Castelnuovo dei Sabbioni si trova nel Valdarno aretino, vicino a Cavriglia, in un territorio collinare particolare che si affaccia su un lago artificiale.
E’ un borgo dalle due facce e caratterizzato da due personalità distinte: qui convivono il vecchio borgo (oggi borgo fantasma) e il moderno insediamento.
Nato come borgo minerario nel corso del XXI secolo per ospitare e dare alloggio ai lavoratori che operavano presso le miniere di lignite, l’agglomerato abitativo si snoda lungo la strada principale che conduce alla chiesa di San Donato.
L’incessante attività di scavi delle miniere a cielo aperto che brulicavano in questo angolo di territorio, hanno minato la sicurezza del colle (frequenti gli eventi franosi) e di conseguenza la stabilità delle abitazioni.
Visitare questo angolo abbandonato fornisce sensazioni contrastanti: da un lato il dispiacere di vedere il contesto in stato di abbandono con molti edifici in rovina (il borgo inizia il processo di spopolamento a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta del Novecento), dall’altro il senso di emozione e di curiosità sono fortemente stimolati.
Una volta giunti al cospetto della chiesa di San Donato (essa un tempo conservava un dipinto attribuito al Ghirlandaio) notiamo la presenza di un museo del ricordo aperto al pubblico. Dal versante destro è possibile ammirare il panorama e la veduta sul Lago dei Sabbioni, bacino artificiale costituito utilizzato per la centrale idroelettrica riconoscibile in lontananza.
Il borgo, comunque, ha una precedente origine medievale. Secondo alcuni reperti storici l’insediamento ha iniziato a svilupparsi nel corso del XII secolo, per poi divenire castello: fu campo di battaglie tra la compagine di Firenze ghibellina e Arezzo.
Il 4 luglio del 1944 Castelnuovo dei Sabbioni è stato oggetto di un sanguinoso eccidio, durante il quale le truppe naziste requisirono e mitragliarono una parte degli abitanti e ne bruciarono i corpi.
Curiosità
A Castelnuovo dei Sabbioni, come testimoniato da alcune decorazioni ancora oggi presenti e visibili su alcune abitazioni, sono state girate le scene del film “Ivo il tardivo” (film del 1995, regia di Alessandro Benvenuti).
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