Un piccolo borgo, un gioiello tutto da scoprire e da vivere: ecco Il Borro, una piccola località situata nel cuore del Valdarno aretino, alle pendici del Pratomagno.
Di origine antica, il borgo probabilmente sorge da un precedente castello medievale. Acquistato nel corso del XII secolo da Borro Borri (un nobile milanese), che qui si trasferì, il cognome della sua casata dà il nome all’attuale località.
La storia di questo borgo è un susseguirsi di cambi di proprietà. Dall’iniziale proprietà in mano ai Borri, il borgo passa sotto il controllo della signoria fiorentina con i Medici.
Successivamente passato di mano ai Torrini di Milano e successivamente agli Hohenlohe Waldenburg, nel corso del 1900 va sotto il controllo dei Savoia.
Con lo spopolamento avvenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, Il Borro vive un periodo di decadenza: ma è grazie alla famiglia dei Ferragamo che, nel 1993, con l’acquisto della tenuta, ridanno vita al borgo e lo trasformano in una sorta di borgo-albergo.
La visita al borgo è una bella esperienza: le auto non possono accedere alle stradine lastricate e sono tenute a distanza dal centro storico.
Si parte dall’attraversamento di un ponte antico e si inizia una breve ma caratteristica salita grazie alla quale è già possibile iniziare ad ammirare i colori e il panorama offerti dal contesto ambientale che abbraccia questo luogo.
Una volta arrivati al punto più alto inizia la scoperta di questa “perla” e delle sue viuzze.
Tre i luoghi di interesse storico principali: la chiesa di San Biagio del XIV secolo (qui è esposta una copia della Sacra Sindone), l’ex oratorio di Santa Maria Maddalena (con il suo laboratorio artigianale) e la Targa ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Curiosità 1
Il nome di questo borgo, oltre alla derivazione dai Borri sopra descritta, potrebbe essere attribuibile anche al fossato qui presente (borro ne è un sinonimo): il borgo, infatti, si sviluppa su uno sperone roccioso ed è circondato appunto da un fossato.
Curiosità 2
A Il Borro durante tutto l’anno è possibile visitare il Presepe (uno dei primi meccanici) realizzato da don Pasquale Mencattini (purtroppo deceduto nel 2003) nel corso della prima metà del 1900, oltre alla storia di Pinocchio e le antiche arti (entrambe opere animate).
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