Se arrivate a Sant’Agata del Mugello da Marcoiano fermatevi per una breve sosta non appena vedrete il Tabernacolo del Cornocchio e il cartello del Mulino Parrini.
Ebbene sì, le prime due attrazioni del borgo di Sant’Agata del Mugello sono proprio il Tabernacolo e il Mulino Parrini, situati sì e no un centinaio di metri l’una dall’altro.
Anzi, diciamo che il Tabernacolo dà il benvenuto al visitatore che si dirige proprio al Mulino.
Il Tabernacolo si trova lungo la strada principale di collegamento con il borgo: di forma originale, si pensa avesse una iniziale funzione di …
Dal Tabernacolo prendiamo la stradina che scende verso il torrente (o meglio verso la confluenza dei corsi d’acqua del Romiccioli e del Cornocchio) e che porta verso il Mulino Parrini (conosciuto anche come Mulino della Fornace).
Il Mulino risale ufficialmente al XVI secolo (anche se si pensa sia di epoca antecedente, probabilmente medievale, dovuto anche dalla precedente presenza di una gualchiera, un macchinario utilizzato in larga parte per la produzione della lana) ed è ancora oggi ben conservato e, soprattutto, funzionante: esso è alimentato dalle forze del torrente che permette alle macine in pietra di girare e di svolgere la loro funzione.
L’opera è sempre rimasta in funzione fin quando la mezzadria era esistente e la campagna era popolata e ben operativa: a partire degli anni Sessanta ha inizio un periodo di declino del Mulino.
Curiosità
La denominazione del Mulino in “Parrini” deriva dalla famiglia che gestisce il Mulino da tempo ormai remoto: da ricordare che il Mulino è stato di proprietà dapprima dei Marchesi Salviati (con parentela con i Medici), per poi passare di mano nella prima metà del 1800 ai Baroni Ricasoli e nella seconda metà dello stesso ai Signori Romei.
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